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Dieci farmaci al giorno per 1,5 milioni di anziani: il 70% non è aderente

Farmaci Redazione DottNet | 30/01/2019 13:48

Al via la campagna 'Io aderisco, tu che fai?' destinata ai nipoti: insegneranno ai nonni come rispettare le prescrizioni dei clinici

 Il 50% degli anziani nel nostro Paese, pari a quasi sette milioni di 'over 65' (6 milioni e 800 mila), soffre di almeno una malattia cronica. Cardiopatie, diabete, asma, depressione, osteoporosi, artrosi, artrite reumatoide e glaucoma sono alcune delle patologie con cui devono convivere a lungo, fortunatamente nella maggioranza dei casi vi sono terapie che garantiscono una buona qualità di vita. Ma in troppi non seguono i trattamenti o li abbandonano dopo poco. Si stima che solo la metà dei pazienti assuma i farmaci in modo corretto (Organizzazione mondiale della sanità). Fra gli anziani, i 'non aderenti' superano il 70%. Del resto, basta pensare che l' 11% degli 'over 65' (circa 1,5 mln in Italia) deve assumere ogni giorno 10 o più farmaci.

Per sensibilizzare tutti i cittadini, in particolare i 'nonni', sull' importanza dell' aderenza terapeutica, prende il via il primo progetto nazionale 'Io aderisco, tu che fai?', che coinvolge i nipoti: insegneranno ai nonni come rispettare le prescrizioni dei clinici. L' iniziativa, presentata oggi al Senato, è promossa dal Comitato italiano per l' aderenza alla terapia (Ciat), che riunisce società scientifiche, medici (Fnomceo), farmacisti (Federfarma), infermieri (Fnopi), Istituzioni e associazioni di pazienti. È già on line il portale www.ciatnews.it, sono previsti incontri nelle scuole, saranno distribuiti opuscoli informativi e si terranno flash mob in cinque piazze (Roma, Milano, Venezia, Bologna, Napoli) per creare consapevolezza, con una forte ricaduta sui social network per dare risalto al messaggio virale "Io aderisco, tu che fai?". E' stato anche depositato il disegno di legge che prevede l' istituzione, il 12 aprile, della 'Giornata nazionale dell' aderenza alle terapie', la prima mai realizzata, che intende promuovere cultura a 360 gradi su questi temi. 

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In particolare, snocciolando i dati, in Italia, solo il 57,7% dei pazienti aderisce ai trattamenti antipertensivi, il 63,4% alle terapie ipoglicemizzanti per la cura del diabete, il 40,3% alle cure antidepressive, il 13,4% ai trattamenti con i farmaci per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie e il 52,1% alle cure contro l' osteoporosi. Percentuali che - sottolineano gli esperti - non hanno subito variazioni di rilievo nel corso degli anni, con notevoli costi clinici e sociali. Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno, in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l' anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema. "La perdita economica cumulativa dovuta alle malattie croniche ammonterà a oltre 47 trilioni di dollari nel prossimo ventennio - spiega Ranieri Guerra, Assistant Director General per le iniziative speciali dell' Organizzazione mondiale della sanità - Questa cifra rappresenta il 75% del prodotto lordo globale del 2010. A ciò contribuiscono anche le patologie mentali, che da sole valgono 16,1 trilioni, e il 63% di tutte le morti a livello globale è legato alle malattie croniche, soprattutto cardiovascolari, oncologiche, respiratorie e al diabete".

Prevenzione resta la parola d' ordine: "Ogni dollaro investito in azioni preventive primarie - continua - garantisce un ritorno di 7 dollari risparmiati in patologie evitabili, è anche vero che la terapia clinica rallenta il progresso delle malattie croniche e salva vite, prolungando l' aspettativa di vita e migliorandone la qualità". "La gestione della cronicità in Italia assorbe il 70% della spesa pubblica sociosanitaria - dice Filippo Anelli, presidente della Fnomceo - Va rilevato che, nonostante le aperture del ministero e dell' Aifa, la prescrizione di alcuni farmaci (antidiabetici orali, anticoagulanti, farmaci contro la Bpco) con una maggiore aderenza, è ancora preclusa ai medici di famiglia, con grave disagio per i pazienti". "Coinvolgendo i nipoti - sottolinea Paolo Biasci, presidente Fimp - cresceremo adulti più consapevoli della corretta assunzione dei trattamenti".

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